20 apr 2017

Fido sa che tu lo sai?



Tra coloro che potrebbero stupirsi delle conclusioni di un esperimento condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Vienna di certo non figurano gli umani che hanno un rapporto affettuoso e stabile con il proprio cane.Non hanno dubbi che a modo loro i cani hanno una mente pensante,fanno previsioni corrette su ciò che sentono e vogliono i padroni,sono capaci di adottare il loro punto di vista e pianificare il comportamento di conseguenza.In altre parole, per certi aspetti,può sembrare che i cani sono in possesso di una propria teoria della mente.
E' possibile questo tra due specie differenti,o si tratta invece di fenomeni evoluti di mutualismo sociale positivo,che il padrone affettuoso 'umanizza' applicando ad esso criteri solitamente usati nelle interazioni coi propri simili?
Nell'interesse del rapporto tra uomo e cane,forse sarebbe meglio evitare di considerare il quadrupede un protagonista di quei processi d'ordine superiore che tra gli umani avvengono attraverso l'autocoscienza e il linguaggio.
Da milioni d'anni in natura esistono 
coccodrillo e piviere 
scambi simili a quelli tra uomo e cane,ma nessuno,ad esempio,si sognerebbe di evocare una 'teoria della mente' del pesce pilota nel suo mutualismo con lo squalo,o in quello del pesce pagliaccio con gli anemoni,dei pesci gobius con i gamberetti,del piviere con il coccodrillo.Eppure il piviere per sottrarsi e rientrare nelle fauci del rettile deve essere capace di riconoscere da precisi segnali le intenzioni del coccodrillo che ama spalancare la bocca per consentire all'uccello di pulirgli la dentatura dai resti dei pasti che altrimenti possono generare parassiti.Inoltre anche la convivenza tra piviere,che in cambio del servizio riceve cibo e protezione,e coccodrilli va ben oltre una semplice simbiosi per la pulizia;il piccolo uccello esperto di fauci coccodrillesche può svolgere anche un ruolo di sentinella,emettendo un grido di allarme all'approssimarsi di pericoli,inducendo così il rettile a rifugiarsi in acqua.
Molti anni prima dell'inizio della sua domesticazione il lupo aveva già migliorato la vita dell'uomo.In cambio dei resti dei pasti degli umani offriva i propri servizi e aveva dimostrato d'essere un efficiente e leale compagno di caccia,per il tracciamento e l'aggressione delle prede,oltre che un eccellente difensore del nido dove gli umani dimoravano.Tutto nacque dagli sviluppi sociali di quel mutualismo vantaggioso per entrambi.Ma una teoria della mente,nei termini che noi attribuiamo agli umani,è estranea a un cane,in quanto è sprovvisto delle reti cerebrali necessarie per avere quella che noi chiamiamo una coscienza capace di riflettere su se stessa.
Oggi Fido non deve fare più nulla per meritarsi il cibo,basta dia al padrone la sua allegria,l'affetto e la fedeltà,ma tutto quel lontano passato è inscritto nella sua memoria genetica:si da da fare per far felice il padrone e soffre se non riesce.
Alcuni noti neuroscienziati,firmando la The Cambridge Declaration on Consciousness (2012) hanno portato l'attenzione sul fatto che 'le emozioni negli uomini e negli animali derivano da reti cerebrali subcorticali omologhe e ciò fornisce  la prova convincente e irrefutabile della condivisione a livello evolutivo dei qualia delle emozioni e affetti primari'.
Prove di auto-riconoscimento allo specchio hanno dimostrato che pappagalli africani grigi,gazze,grandi scimmie,delfini ed elefanti hanno un'ottima consapevolezza del sé corporeo (che si combina con la capacità di usare strumenti per obbiettivi,abilità sociali e sensibilità per le gerarchie del gruppo),ma esiste una discontinuità decisiva tra questo livello e la coscienza della propria coscienza posseduta dall'uomo,che implica una competenza a inventare nuovi strumenti e teorie capaci di cambiare il proprio stato,l'ambiente e le relazioni sociali.
Può sembrare curioso,ma è proprio questo surplus di dotazioni mentali umane che sono spesso di ostacolo per comprendere la mente di un animale come il cane,così vicino e simile a lui per molti aspetti.Accade quando l'uomo veleggia sulle sue erudite interpretazioni antropomorfiche da Sapiens,deducendo risposte prefabbricate e ricette di sequenze di premi e punizioni da applicare al cane,una macchina animale non-Sapiens.
La mente del cane ha una storia evolutiva che va ben oltre quella dell'impegno umano nella sua domesticazione;forse occorre più cautela nel celebrare i successi umani di una scienza della mente canina,almeno quanto quella che si usa nei confronti di una scienza della mente umana.
Un grande etologo ed ecologo da poco scomparso,Danilo Mainardi,scrisse un libro sui suoi cani dal titolo 'Il cane,secondo me',che è tutto un programma. Nonostante gli avveduti suggerimenti tecnici di educatori, psicologi e altri esperti di 'scienza' della mente canina,ognuno con il proprio cane finirà sempre per stabilire un rapporto soggettivo e molto personale. Non può che essere così,e forse è meglio per il cane e per l'uomo.