18 mag 2017

Quelle cattive madri


Nel fare il punto sulla schizofrenia,prima di passare in rassegna i vari colpevoli del disturbo,Matt Ridley (Il gene agile,2003) premise un’affermazione eloquente di William James, “La parola ‘causa’ è…un altare a un Dio sconosciuto’.Nell’attesa che il tribunale della scienza riesca a farlo,ancora non sono state raccolte prove schiaccianti a carico di un singolo imputato,tra le madri,i geni,i virus che possono infettare il cervello dei neonati,un disturbo della migrazione neuronale nel corso dello sviluppo,o ciò che mangiamo.Forse tutti gli imputati in varia misura condividono la colpa. L’unica certezza è che in ognuno di essi è presente un’evidente indivisibilità tra influenze genetiche e ambientali,a differenza di quanto si affermava,ad esempio,nei primi decenni del novecento quando chi enfatizzava la responsabilità della madre per la schizofrenia adottava una visione rigorosamente ambientalista,come la psicoanalisi,e chi invece attribuendo la colpa ai geni era portato a ridurre a zero ogni influenza ambientale. Secondo la psicoanalisi solo un buon rapporto con la madre poteva garantire un felice attaccamento e un equilibrato sviluppo mentale:il resto andava a sistemarsi nei vari gironi infernali delle nevrosi e delle psicosi,della schizofrenia e dei  disturbi comportamentali seri.Insomma solo una buona madre aveva il potere di tirar su un figlio mentalmente sano e ben adattato.
Se teniamo conto dell’accurata ricerca fatta da D.K.Simonton (2002) sulle menti creative nella scienza e nell’arte,nel quale stima che il 28% degli scienziati,il 60% dei compositori,il 73% dei pittori,il 77% degli scrittori di romanzi e l’87% dei poeti abbiano dimostrato un certo grado di disturbo mentale,si potrebbe arrivare alla nebbiosa conclusione che alcune menti geniali della scienza e delle arti sono figli di pessime madri che da sole o in collaborazione con altri colpevoli li hanno resi schizofrenici,ma nello stesso tempo li hanno anche salvati dalla mediocrità?
La madre è certamente una pedina importante nella formazione del carattere e della mente di un individuo,ma pochi oggi si sentirebbero di affermare che tra comportamento materno e stato mentale del figlio esiste un semplice rapporto di causa effetto.Anche in questa relazione s'intrecciano le forze combinate dei geni e dell’ambiente.
Abbiamo suggerito ciò che in genere viene poco considerato negli studi sulla mente,e cioè che il comportamento materno ha senso solo se valutato sullo sfondo del rapporto e della risonanza che s’instaura tra il suo temperamento genetico e quello del figlio (concordanza o discordanza),e dal grado di psicotismo della madre (Eysenck,1995,e altri).Riteniamo che siano queste le radici ambientali  da cui l’animale informivoro (G.A.Miller, 1984) svilupperà le specifiche connessioni e ramificazioni neurali che sono alla base della sua personale fame epistemica alla incessante ricerca delle informazioni che gli interessano.
Le differenze cognitive individuali dentro questa ‘fame’ sono delineati in uno studio condotto nel 2005 dalla neuroscienziata Anna Abraham del Max Planck Insitute per approfondire il nesso tra Creatività e Psicoticismo (tratto caratteriale che con Estroversione e Nevroticismo costituisce il modello PEN di Eysenck per la teoria della personalità).Eysenck fu il primo a ipotizzare una correlazione tra psicoticismo e creatività e a notare la facilità con cui quest’ultima può sfociare nella psicosi o nella schizofrenia per via del suo caratteristico stile iper-inclusivo che può indurre a vedere schemi e rapporti tra cose anche dove non ce ne sono.La Abraham ha studiato due dimensioni caratteriali in soggetti sani: l’originalità/novità e la concretezza/utilità. L’ipotesi formulata con i colleghi era che livelli più alti di psicoticismo potrebbero corrispondere ad un grado superiore di elaborazione concettuale e a livelli elevati di originalità nell’immaginario creativo,ma potrebbero non mostrare alcuna relazione con la concretezza/utilità dell’idea in questione.I risultati hanno confermato le aspettive.I soggetti con livelli più elevati di psicoticismo erano più creativi ma meno concreti.Abraham e colleghi lo hanno attribuito  alla loro capacità di pensiero associativo (scovare associazioni tra elementi casuali) a discapito del pensiero concreto e orientato all’obbiettivo.In altre parole trovare schemi e connessioni nuove è positivo,ma trovarne ovunque,senza discriminare tra schemi veri e falsi,non tanto. Sarebbe interessante studiare quanta influenza può avere il comportamento materno e altre variabili d’ambiente in questo ventaglio dell’intelligenza creativa da una maggiore concretezza (con minore creatività ) a una minore concretezza (con maggiore creatività).
Anche se non è la madre che rende un figlio schizofrenico,essa però può ampliare o contenere certe sue predisposizioni genetiche.
Applicando il tradizionale concetto di 'cattiva madre',alcuni biografi tendono a considerare,ad esempio,la precoce ed enfatica inclinazione alla meccanica di Newton o quella verso la logica matematica di Nash,come difese contro il dolore e la perdita patite nei confronti di madri distanti,emotivamente assenti e orientate ai propri interessi.In realtà molte di queste caratteristiche possono essere riscontrate in Marta Nash e in Hannah Ayscough,madre di Newton,ma anche in una infinità di altre madri che non hanno avuto figli geniali.
Forse bisogna concludere che,come suggerisce la psichiatria evoluzionistica,tutto è molto legato al caso e alla trasmissione delle mutazioni genetiche.
Le mutazioni genetiche che sono alla base della personalità ‘schizotipica’ e ‘schizofrenica’ forse sono il prezzo che Homo Sapiens ha dovuto pagare per essere diventato un animale così intelligente.Secondo R.Nesse (2004) nell’evoluzione per selezione naturale ognuna delle mutazioni che concorrono alla schizofrenia,se prese una per una sarebbero tutte benefiche per l’intelligenza,ma quando si presentano tutte insieme,come ogni tanto accade,creano effetti disastrosi.Si calcola che questi effetti riguardano una media di 400 individui ogni 100.000 abitanti nei paesi sviluppati. Non è certo un caso che la prevalenza della schizofrenia nei paesi sviluppati sia significativamente più alta di quella nei paesi in via di sviluppo.Differente è anche l’esito,che è migliore nei paesi in via di sviluppo.Nei paesi ‘poveri’ la quota dei pazienti psicotici trattati non supera il 30%,mentre nei paesi industrializzati e ben oltre l’80%.
Le mutazioni benefiche per l’intelligenza intrecciano nella mente d’ognuno i due lati della medaglia,quello genetico e quello ambientale,e alimentano quella voracità di informazioni che nei futuri geni nasce particolarmente elevata.
Quando questi da adulti si confrontano con le strutture simboliche e logiche della cultura del loro tempo,come fossero trascinati  da una forza misteriosa, finiscono per accollarsi stress mentali che spesso mandano in tilt il funzionamento dei loro cervelli;è probabile che affrontando fin dall’inizio quelle strutture in modo divergente e obliquo,il genio faciliti l’innesco di connessioni corticali insolite e al servizio di processi di pensiero innovativi e stressanti.Alcuni aspetti comportamentali accomunano le infanzie di molti futuri geni:sono solitari,strani e visionari,manifestano evidenti disarmonie tra ragione ed emozione,sono inclini a creare rapporti stabili ma emotivamente distaccati,sono precoci inventori di macchine (vedi le meridiane di I.Newton e altri marchingegni),riparatori di apparecchi radio e telefoni (vedi J.Nash),scrittori (come il fobico J.Joyce che a 9 anni scrive la sua prima opera). E' logico supporre che a partire dalla loro adolescenza e giovinezza le risposte degli altri a questi processi originali influiscano sul carattere dei futuri geni,rafforzando la problematicità del loro comportamento sociale.Per esempio,molti biografi ritengono che lo stress mentale fuori controllo che portò Newton alla stesura definitiva dei Principia (1687) e al seguente successo internazionale fu anche l’origine dei suoi ricorrenti ‘esaurimenti nervosi’,nei quali sfiorò la pazzia con deliri persecutori che videro coinvolti amici come N.F.de Duillier e Locke.Anche il matematico J.Nash disse che probabilmente i suoi primi disturbi di schizofrenia paranoide iniziarono verso la metà degli anni ’50 quando iniziò ad appassionarsi alle questioni legate all’interpretazione della meccanica quantistica.A tal proposito è bene ricordare che lo schizofrenico J.Nash aveva verso il pensiero razionale e concreto un atteggiamento tutt’altro che rispettoso:lo riteneva responsabile di “..imporre un limite al concetto che una persona ha del proprio rapporto col cosmo
Anche tenendo conto delle notevoli differenze nei costumi familiari e sociali tra il 17° secolo di Newton e il 20° di Nash,sembra che i problemi dei due geni furono in gran parte farina ‘genetica’ del loro sacco;non ebbero nemmeno madri particolarmente crudeli e insensibili e ambienti poco prodighi di quelle informazioni di cui andavano accanitamente in cerca.


Nessun commento: