(da "Menti,evoluzione e differenze di personalità)
La ricerca empirica nella psicologia evoluzionistica è ancora
nella sua infanzia.Rimane ancora molto da fare,a cominciare da una migliore
comprensione del modo in cui lo sviluppo delle calibrazioni epigenetiche,la
selezione fluttuante dei tratti indicatori della fitness e altri meccanismi
interagiscono per mantenere le differenze che osserviamo nella popolazione.
L’ambiente post natale è decisivo per ogni animale,ma per un
essere umano lo è forse un po’ di più perchè è lì che modellerà le architetture
corticali delle strutture emotive,cognitive e linguistiche che gli serviranno a
vivere in una cultura di una complessità che non ha eguali nel mondo animale.I
numerosi studi dedicati all’evoluzione dei temperamenti nell’ambiente post
natale,in modi diversi,sono ancora profondamente influenzati dal concetto di
‘goodness of fit’ (bontà dell'adattamento) introdotto nel 1977 dagli
psichiatri Alexander Thomas,Stella Chess e altri.
Il modello descrive un insieme di caratteristiche del rapporto tra
il temperamento del bambino e il suo ambiente familiare,evidenziando quali di
esse permettono uno sviluppo ottimale,un ‘buon adattamento’ appunto.Il concetto
è semplice:in un ambiente favorevole anche il temperamento di un bambino
difficile non sarà per forza sinonimo di problematicità,così come il
temperamento tranquillo di un figlio non è garanzia di assenza di problemi se
le richieste dei genitori saranno irrealistiche rispetto alle
caratteristiche naturali che il figlio ha ereditate.
Nella prospettiva di Thomas e Chess la ‘bontà dell’adattamento’
può essere facilitata nei casi in cui genitore e figlio avranno tratti di
carattere in comune che permetteranno una reciproca comprensione,ma anche in
quelli in cui,pur avendo il figlio/a caratteristiche temperamentali differenti
da quelle del genitore,quest’ultimo eviterà giudizi negativi e sprezzanti su di
lui,facendo leva sui valori del rispetto e della tolleranza e sulle
informazioni ricevute da esperti riguardo alle caratteristiche delle differenze
ereditarie di personalità.
La filosofia di Thomas & Chess nasce in un periodo in cui la
ricerca delle basi biologiche delle differenze di personalità era
fiduciosamente impegnata a isolare e assegnare a ogni tratto della personalità
i propri geni,definendo una serie di rapporti singoli che convergevano nel
comportamento generale;era una visione ben diversa da quella che prevale nella
nella psicologia evoluzionistica e nella Life History Theory (LHT),secondo la
quale ogni tratto può essere osservato solo come parte di un insieme di tratti
fisiologici,neurologici e psicologici coevoluti in pattern flessibili capaci di
mutare adattivamente in rapporto ad ambienti differenti e mutevoli.
Il collaboratore ideale dello scienziato competente di allora che
allestiva il suo esperimento mettendo insieme una batteria di questionari di
personalità,era un genitore altrettanto competente che in famiglia s’impegnava
a moderare l’introversione o l’estroversione ‘estreme‘ del figlio creando
intorno a lui un ambiente familiare fatto di comprensione ed educazione.
Il genitore era considerato dagli stessi psichiatri un
osservatore neutrale capace di registrare in descrizioni attendibili la
personalità del figlio e questo la dice lunga sulla loro complicità,più
ideologica che scientifica.Nella realtà i genitori ignorano i tratti del figlio
che non sono immediatamente classificabili come positivi o negativi secondo il
loro gusto e non possono che ignorare la loro interazione con il sistema
neuroendocrino,immunitario, digestivo del figlio ecc..,come ignorano
anche l’influenza sulle risposte del bambino dei loro
messaggi non verbali e del loro modo di agire che il bambino osserva quando non
parlano con lui come ‘analista’.Per questi motivi non stupisce che i risultati
di moderni studi che si rifanno al concetto di ‘bontà dell’adattamento’ siano
così controversi.
In una ricerca svolta con un campione rappresentativo a livello
nazionale di 285 nuclei familiari olandesi formati da due genitori e almeno due
adolescenti,C.V.Tuijl e al.(2005) si ponevano due scopi,1°) di esaminare se la
somiglianza della personalità genetica tra gli adolescenti e i loro genitori
poteva avere influenze sui problemi comportamentali dei figli e 2°) se il
collegamento tra la somiglianza delle personalità e i problemi di comportamento
era mediata dalla qualità del rapporto tra genitore e adolescente.
Bambini più grandi e adolescenti sono stati divisi in tre gruppi:i
resilenti (individui sopra la media su estroversione,gradevolezza,
coscienziosità,apertura all’esperienza e stabilità emotiva), i
super-controllati (individui con bassa stabilità emotiva,bassa
estroversioone,elevata coscienziosità e tendenza verso problemi di inibizione
comportamentale e internalizzazione),e i sotto-controllati (individui
con bassa coscienziosità e gradevolezza,alta impulsività e problemi di
esternalizzazione).I risultati hanno dimostrato che seppure la somiglianza di
personalità tra gli adolescenti e i loro genitori sotto tali profili correlava
negativamente con i problemi di internalizzazione e di esternalizzazione,tale
relazione non era mediata dalla qualità del rapporto genitore figlio,eccetto
che per gli over-controllati.Solo per questi la qualità relazionale era
efficace a moderare gli effetti patologici del comportamento;non lo era invece
per gli adolescenti resilenti e per gli under-controllati/impulsivi.Anzi per
quest’ultimi la similitudine dei tratti genitori-figli aveva l’effetto
opposto,cioè di amplificare il loro comportamento.Se essere under o over
controllati vuol dire ospitare tratti che sono parti di insiemi comportamentali
ereditari progettati dall’evoluzione,allora in questo assemblaggio di
regolazioni fisiche,nervose,cognitive non ci può essere una che abbia il potere
di manovrare tutte le altre dal suo posto di comando.Se questa esistesse e fosse,ad
esempio,la coscienza razionale e linguistica del figlio
under-controllato,sarebbe lecito aspettarsi che qual’ora un genitore s’impegna
ad addestrarlo per esserlo meno,alla fine qualche cosa,seppure di temporaneo e
incerto,potrebbe ottenere.Il fatto è che la natura,a quel punto,ha già fatto le
scelte fondamentali,allestendo i suoi trade-off in funzione dell’ambiente-madre
con regolazioni epigenetiche pre/post nascita,riguardanti anche il cervello,le
abilità mentali e la conoscenza.
Anche in uno studio clinico orientato alla ricerca delle
associazioni tra alcune dimensioni del temperamento tra figli e genitori e la
psicopatologia infantile (D.Rettew e al.,2006) si evidenziano alcune discrepanze
dalle attese in base alla filosofia della ‘goodness of fit’.La ricerca
intendeva testare gli adattamenti reciproci genitori/figli su quattro noti
tratti del temperamento in ragazzi dai 6 ai 18 anni e i loro genitori,tutti
appartenenti a 206 famiglie del nord est USA,reclutati da pediatri e psichiatri
in un ambulatorio universitario sulla base di cartelle cliniche.
I tratti sotto osservazione erano quattro:
1)Ricerca delle novità (novelty seeking-NS-) che con valori
elevati si associa a problemi di esternalizzazione e altri disturbi,tra cui
l’insorgenza di comportamenti antisociali,
2)Persistenza (persistence-P-) che a valori bassi si lega a
comportamenti distruttivi e problemi di attenzione e indica la capacità di un
individuo a perseverare in un obbiettivo nonostante difficoltà e frustrazioni,
3)Evitamento (Harm avoidance-HA-),che a valori elevati è
connesso a problemi di interiorizzazione in bambini e adolescenti e al grado di
inibizione comportamentale espressi nell’ansia,nella preoccupazione e nei
comportamenti di ritiro,cioè,in altri termini,nel grado di attivazione del
Sistema di Inibizione Comportamentale (BIS) rispetto al BAS (Sistema di
avvicinamento Comportamentale),
4)Dipendenza dai premi(Reward Dependence-RD) che definisce
una tendenza a mantenere comportamenti di attaccamento e dipendenza da beni ed
esperienze gradevoli;in altre parole esprime il grado di attivazione del BAS
rispetto al BIS.
La ricerca di Rettew ha testato l’insieme delle correlazioni tra i
NS,HA,RD e P del bambino e quelli dei rispettivi genitori;la prima cosa che
risalta agli occhi sono le correlazioni positive (quindi tutt’altro che
orientate alla regolazione e alla moderazione degli effetti temperamentali) tra
l’HA del bambino e l’HA della madre,come pure tra la RD del bambino e l’RD
della madre.
”Questi risultati” nota Rettew ” non
contraddicono l’ipotesi di ‘goodness of fit’,tranne che nella sua forma più
letterale.I nostri risultati suggeriscono un quadro più complicato in cui certi
tratti temperamentali nei bambini possono esercitare un effetto sia
autonomamente che in interazione con altri tratti....”.Nonostante i risultati
contraddittori di questo come di altri studi se ci limitiamo al rapporto tra
tratti singoli della ‘goodness of fit’,il punto evidenziato da Rettew ci
sembra degno di nota,e cioè che in una quantità statisticamente significativa
di casi l’HA alto del bambino (maggiore attivazione nel BIS) era correlato
positivamente all’HA alto della madre e che,in un numero altrettanto
significativo di casi, l’RD alto del bambino (maggiore attivazione nel BAS)
correlava positivamente con l’alto RD della madre.Perchè queste combinazioni di
tratti simili mostrano effetti ‘disregolativi’,invece del contrario come
sarebbe prevedibile secondo le credenze della ‘goodness of fit’,mentre
altre portano a correlazioni inesistenti o negative non significative?L’ipotesi
fatta dall’autore è che ”..in sintesi i livelli più estremi di
particolari tratti del carattere del figlio possono portare a problemi
comportamentali se abbinati a livelli alti degli stessi nel genitore”.Trattandosi
di tratti che sono il ‘cuore’ l’uno del BIS (HA) e l’altro del BAS
(RD),si potrebbe invece fare l’ipotesi che se nella lotteria
delle variazioni genetiche ereditarie,madre e figlio si trovano ad avere
entrambi un BIS molto attivato,si avrà un aumento nel bambino dei tratti connessi
al sistema,e il contrario avviene se madre e figlio sono entrambi molto
attivati nel BAS.In questo caso,sorprendentemente,ci dovremmo attendere che i
luoghi delle vere ‘moderazioni’ nei tratti del figlio sono proprio le
associazioni restanti,quelle dissimili,in cui una madre è molto attivata nel
BIS mentre il figlio lo è nel BAS,e quella in cui una madre è molto attivata
nel BAS mentre il figlio lo è nel BIS.
Non sempre purtroppo in questo tipo di ricerche viene fatta una chiara distinzione tra stile temperamentale e personalità della madre,come invece qui fanno Rettew et al.E’ vero che le due dimensioni non sono indipendenti e facilmente distinguibili,che la personalità altro non è che il risultato dell’impatto dell’Ambiente sulla caratteristica genetica ereditaria del Temperamento,ma è anche vero che gli effetti sul figlio/a della personalità della madre,a cominciare da quelli derivanti dalla sua sensibilità e calore accuditivo o dalla sua insensibilità e freddezza verso il figlio/a,sono modificazioni epigenetiche evolute che avvengono dentro la cornice preesistente di una interazione casuale tra le inclinazioni temperamentali della madre e quelle del figlio.
Non sempre purtroppo in questo tipo di ricerche viene fatta una chiara distinzione tra stile temperamentale e personalità della madre,come invece qui fanno Rettew et al.E’ vero che le due dimensioni non sono indipendenti e facilmente distinguibili,che la personalità altro non è che il risultato dell’impatto dell’Ambiente sulla caratteristica genetica ereditaria del Temperamento,ma è anche vero che gli effetti sul figlio/a della personalità della madre,a cominciare da quelli derivanti dalla sua sensibilità e calore accuditivo o dalla sua insensibilità e freddezza verso il figlio/a,sono modificazioni epigenetiche evolute che avvengono dentro la cornice preesistente di una interazione casuale tra le inclinazioni temperamentali della madre e quelle del figlio.
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